
Solenoide, edito da Il Saggiatore e scritto da Mircea Cărtărescu, autore che si è fatto notare tra i lettori italiani con Travesti, Il Levante e la trilogia Abbacinante (quest’ultima composta da L’ala sinistra, Il corpo e L’ala destra), é un capolavoro letterario ed esistenziale ambientato nella Bucarest degli anni Ottanta.
Con le sue mille pagine l’opera si dimostra completa, visionaria e destinata a condizionare le prossime generazioni. Certamente di non facile lettura, sia per la mole, sia per gli inserimenti spazio-temporali dell’autore che fa sentire tutta la sua voce per un periodo non facile nell’allora Romania di Nicolae Ceaușescu.
Solenoide, la cornice che regge gli avvenimenti narrati
Il protagonista, Nicola Borina – un alter ego dell’autore – è un insegnante che non ha raggiunto il successo letterario sperato. Un uomo, dunque, insoddisfatto della propria condizione, che però si trova coinvolto in una situazione del tutto eccezionale: l’incontro con lo scienziato Nikola Tesla.
Questo si può, questo non si può», «Questo è vero, questo non è vero», scegliamo da una babele di possibilità, probabilità, irrealtà e stranezze un’unica struttura che chiamiamo «realtà» e su cui ci basiamo per poter vivere.
La mia interpretazione
Da queste parole emerge la consapevolezza esistenziale, (simile a quella provata da Antoine Roquentin ne La Nausea di Sarte) ed il delirio di un professore di Bucarest che vive nel campo magnetico del solenoide sopra il letto.
Pagine intense che disgregano ogni nostra certezza acquisita nel tempo, che ci scoprono inermi e ci oggettivizzano di fronte all’universo.
E solo allora hai la rivelazione di vivere in un mattatoio, […] che tutti veniamo al mondo da un terrificante abisso senza memoria, che soffriamo incredibilmente sopra un granello di polvere del mondo infinito e che periamo poi, in un nanosecondo, come se non fossimo mai esistiti.
Con queste parole l’autore evidenzia la necessità di mettere in luce la realtà effimera dell’uomo. Una delle frasi più belle del libro paragona la terra ad un granello di polvere in relazione all’universo e la durata della nostra vita ad un nanosecondo.
Mi sento a volte come un bimbo piccolo messo davanti a una scacchiera. Hai preso il pedone bianco, magnifico. Ma perché lo metti in bocca. Perché afferri ora la scacchiera e la inclini, così tutti i pezzi scivoleranno via? O è forse questa la soluzione? Può darsi che la partita venga vinta proprio da colui che capisce a un tratto l’assurdità del gioco e lo manda in terra, quello che taglia il nodo mentre tutti gli altri si sforzano di scioglierlo?
Hai già letto Solenoide? Cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti. Aggiungi la tua personale interpretazione di questo romanzo che sta riscuotendo un notevole successo di pubblico. Un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca degli appassionati di filosofia.
👉 Leggi l’estratto di Solenoide
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