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Chi introdusse i concetti di Oltreuomo e Superuomo e quali sono le loro caratteristiche? In questo articolo, esploreremo la filosofia dell’800 per comprendere appieno il significato di questa figura epocale, associata al nichilismo attivo.
![Oltreuomo e Superuomo](https://www.pansofia.it/wp-content/uploads/2023/05/germany-g6e5714f00_1920-960x640.jpg)
Oltreuomo e Superuomo: le differenze
Nel corso degli anni, il concetto è spesso stato frainteso, specialmente da Gabriele D’Annunzio, uno dei più grandi poeti e scrittori italiani. Ma cosa significano realmente Oltreuomo e Superuomo?
Questi concetti sono stati introdotti dal filosofo Friedrich Nietzsche e rappresentano immagini metaforiche dell’uomo che, in un futuro dominato dal nichilismo attivo, riesce a realizzare appieno la propria individualità.
In realtà, quando Nietzsche usa il termine “Superuomo”, intende significare “Oltreuomo”. Con “Superuomo” (Übermensch in tedesco), si riferisce all’idea che l’uomo possa elevarsi alla stessa altezza di Dio, mentre con “Oltreuomo” intende sottolineare che l’uomo va oltre il concetto mitico di Dio.
La nascita del concetto di Superuomo è trattata da Nietzsche nell’opera “Così parlò Zarathustra”, in cui il protagonista è un profeta persiano, fondatore dello Zoroastrismo, una religione dualistica che crede nel dominio di due divinità opposte.
Zarathustra è il profeta del Superuomo e dichiara: “tutti gli dèi sono morti, ora vogliamo che il Superuomo viva”.
Nel libro, Nietzsche spiega la genesi e il significato del Superuomo attraverso le tre metamorfosi dello spirito:
- La prima metamorfosi, rappresentata dal cammello, simboleggia l’uomo che si piega sotto il peso della tradizione (cristianesimo e morale convenzionale).
- Nella seconda metamorfosi, il leone rappresenta l’uomo che si libera da presunte certezze metafisiche ed etniche, raggiungendo una libertà con connotazioni negative, intesa come “libertà da” anziché “libertà di”.
- La terza metamorfosi permette all’uomo di creare le proprie leggi e di imporsi di seguirle, agendo come un fanciullo che agisce senza condizionamenti. Il fanciullo rappresenta l’uomo che agisce.
Il Superuomo di Nietzsche
I tratti caratterizzanti del Superuomo sono quelli di un individuo con uno spirito primitivo dionisiaco, che va oltre il bene e il male, basando la sua morale sulla volontà e sulla fedeltà alla terra, rifiutando qualsiasi consolazione metafisica. È come un fanciullo che, nella sua innocenza giocosa, diventa uno “spirito libero” che accetta la vita come se fosse un sogno, mettendosi in contrasto con la realtà ma trovando la vita degna di essere vissuta.
La teoria del Superuomo si basa sulla volontà di potenza, intesa come motore della storia umana. Questa volontà si manifesta nell’origine della natura e nelle strutture sociali, ma deve essere costantemente superata.
È importante sottolineare che nel concetto di Superuomo non vi è violenza o spirito di dominio.
Il Superuomo e l’utilizzo nazista
Il concetto di Superuomo e Oltreuomo è stato strumentalizzato in modo eccessivo dall’estetismo e dal Nazismo. Tuttavia, in realtà, questi concetti hanno un’origine filosofica e rappresentano l’uomo capace di accettare l’aspetto dionisiaco dell’esistenza, sopportando la morte di Dio e delle certezze assolute.
Secondo Nietzsche, il Superuomo deve essere in grado di essere autenticamente se stesso, consapevole dell’esistenza di forze oscure che nutrono il proprio essere, radicate come un alto albero nell’oscurità.
Dopo la morte di Nietzsche, le sue opere e le sue teorie hanno suscitato profondi e controversi dibattiti.
Nella prima metà del Novecento, Nietzsche divenne un’ispirazione per il pensiero nazionalsocialista, poiché il concetto di Superuomo si prestava perfettamente a essere la base ideologica del nazismo. Tuttavia, il pensiero del filosofo è stato distorto, e contrariamente a quanto creduto dai seguaci di Hitler, Nietzsche non avrebbe mai sostenuto una filosofia dell’esistenza legata a valori predefiniti, ma piuttosto una filosofia basata su rapporti di potere e forza.
Il Superuomo di D’Annunzio
Qual è il legame tra Nietzsche e Gabriele D’Annunzio?
Gabriele D’Annunzio confonde il pensiero di Nietzsche e ne è profondamente influenzato, banalizzando le idee del filosofo e introducendole nel proprio sistema di concezioni e pensieri.
Il poeta italiano interpreta il pensiero di Nietzsche come un rifiuto del conformismo borghese, dell’etica della pietà, dell’altruismo cristiano e dell’esaltazione dello spirito di lotta.
Se per Nietzsche la società, a causa dell’abbandono da parte della massa della totalità dell’essere umano, non comprente il concetto di “Oltreuomo”, per D’Annunzio il concetto di “Superuomo” riguarda l’uomo che desidera elevare sé stesso al di sopra del bene e del male, fungendo da guida e profeta per la nazione, vivendo una vita originale caratterizzata da un vortice di passioni ed emozioni estetiche, in cui la virtù è dedicata all’arte.
D’Annunzio trova in Nietzsche una mitologia dell’istinto, una raccolta di idee, gesti e convinzioni che spingono il dandy a trasformarsi in Superuomo, affascinando un mondo in cui la democrazia è fragile e controversa.
Il mito del Superuomo è un privilegio riservato solo agli uomini eccezionali capaci di affermare se stessi, senza negare la figura dell’esteta che cerca di dominare la realtà.
Considerazioni finali su Oltreuomo e Superuomo
Nietzsche, con il concetto di Oltreuomo e Superuomo, rappresenta il migliore interprete della fine di un’epoca e dell’esigenza di rinnovamento. Come afferma nel suo discorso: “Io vengo a contraddire, come mai non si è contraddetto e non di meno sono l’opposto di uno spirito negatore. Io sono un lieto messaggero quale mai si è visto… Solo a partire da me ci sono di nuovo speranze”.
Le idee di Nietzsche hanno suscitato un notevole fascino sugli artisti futuristi, ma sono state oggetto di interpretazioni estetizzanti da parte del poeta Gabriele D’Annunzio in Italia.