In questo articolo esploreremo il rapporto di Pitagora e dei suoi discepoli con il vegetarianismo, concentrandoci sul loro rispetto per gli animali e sul divieto di consumare carne. Analizzeremo anche la curiosa proibizione pitagorica delle fave e le interpretazioni contraddittorie che circondano questa scelta alimentare. Scopriremo come le credenze sulla metempsicosi potrebbero aver influenzato le loro pratiche e quali potrebbero essere le motivazioni dietro queste restrizioni alimentari.
Pitagora e il vegetarianismo: L’amore per gli animali
Secondo la tradizione, Pitagora e i suoi seguaci erano vegetariani e avevano un grande rispetto per gli animali. Secondo il filosofo stesso, il corpo umano non dovrebbe essere contaminato da cibi che comportano uccisioni e spargimenti di sangue. Pitagora elogiava i cereali, i frutti abbondanti sugli alberi e i deliziosi vegetali, sottolineando che la terra generosa offre abbondanza senza la necessità di sacrifici animali.
Il divieto di consumare carne e la scelta vegetariana
Il divieto di uccidere e consumare animali era così rigido che Pitagora evitava di avvicinarsi ai macellai e ai cacciatori. Egli credeva che gli animali condividessero il privilegio dell’anima con gli esseri umani. La credenza nella metempsicosi, secondo la quale le anime degli uomini morti prendono forma negli animali, potrebbe aver contribuito a questa prospettiva. Si racconta che Pitagora riconobbe l’anima di una persona amica in un cane che stava per essere maltrattato, avvertendo il concittadino di fermarsi.
Pitagora e il mistero delle fave: Sacralità o ragioni nutrizionali?
Un aspetto interessante delle restrizioni alimentari pitagoriche riguarda le fave. Pitagora proibì il consumo delle fave, equiparandolo persino al consumo di carne umana. Le ragioni esatte di questo divieto non sono chiare, ma alcuni scrittori dell’epoca suggeriscono che Pitagora considerasse le fave sacre o che avesse valutazioni nutrizionali specifiche su di esse. Tuttavia, le testimonianze dei discepoli di Pitagora e degli storici dell’epoca sono contraddittorie, e ognuno ha interpretato le restrizioni alimentari a proprio modo.
Alcuni scrittori sostengono che Pitagora stesso consumava fave regolarmente per i loro benefici energetici e terapeutici, nonostante le proibizioni attribuite a lui. La mancanza di chiarezza nella scuola segreta di Pitagora e le aggiunte e modifiche apportate dai suoi discepoli hanno contribuito alle molteplici interpretazioni delle sue restrizioni alimentari.
Pitagora e i suoi discepoli erano noti per essere vegetariani e per il loro grande rispetto verso gli animali. Il divieto di uccidere e consumare carne era una parte centrale dei loro principi. Tuttavia, le ragioni esatte del divieto di consumare fave rimangono oscure e soggette a interpretazioni contraddittorie. Nonostante le incertezze, l’influenza di Pitagora nel promuovere il vegetarianismo e la compassione verso gli animali ha lasciato un segno indelebile nella storia della filosofia e dell’etica alimentare.