
Il protagonista de La Metamorfosi, Gregor Samsa, una mattina si ritrova nel corpo di un enorme scarafaggio. Ad una lettura attenta si capisce che questa metamorfosi trasporta il lettore sul tema dell’emarginazione sociale: Gregor non può più comunicare, non può compiere le sue azioni quotidiane, é considerato un “diverso”.
I rapporti con la sua famiglia si disgregano e cambiano irrimediabilmente all’istante: la madre sviene appena lo vede, il padre reagisce con orrore; l’unica che si prenderà cura di lui sarà la sorella Grete.
Se prima della metamorfosi era Gregor a mantenere la famiglia, dopo diventa un peso da nascondere e di cui vergognarsi. La denuncia kafkiana ci riporta all’attuale tema dell’intolleranza per coloro che vengono ritenuti diversi e, per questo, esclusi dai rapporti sociali.
Gregor, diventato insetto, deve essere occultato. Tutte le volte che cerca di farsi vedere, è sommerso dal disgusto e dalla rabbia dei suoi stessi familiari.
Il peso dell’emarginazione
In una occasione, a causa di un incidente domestico, Gregor esce dalla stanza, violando l’obbligo di nascondersi ed esasperando la rabbia del padre che, furioso, gli scaglia contro delle mele: una di queste si incastrerà nel suo dorso.
Per tutto il proseguimento del romanzo questa mela sarà il simbolo visibile della colpa che Gregor Samsa porta sulle spalle, quello della diversità.
“La mela, che nessuno osò estrarre, rimase conficcata nella carne di Gregor come un visibile ricordo dell’avvenimento” […]. “La grave ferita, di cui soffrì per un mese, parve ricordare anche al padre che Gregor, nonostante l’aspetto misero e ripugnante, era un membro della famiglia e non poteva essere trattato come un nemico: il dovere familiare imponeva, al contrario, di reprimere la ripugnanza e aver pazienza, solo pazienza”.
Quella mela impedisce al padre di ignorare l’umanità del grosso insetto, che altri non è che suo figlio. È l’elemento che impedisce di chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza di chi vive una condizione diversa.
Ciononostante la famiglia di Gregor continua a isolarlo sempre di più, fino a emarginarlo del tutto. La fine di Samsa è così un flebile spegnersi, immerso nella propria solitudine. I suoi familiari invece che esserne rattristati vivono quel momento con la leggerezza di chi non vede l’ora di liberarsi da un peso – che non pensa di meritarsi e che ha cercato in tutti i modi di scaricarsi dalla coscienza. “Abbiamo fatto tutto quanto umanamente possibile per prenderci cura di lui […], non credo che nessuno possa biasimarci minimamente”, afferma la sorella Grete, l’ultima ad abbandonarlo.
La funzione catartica de La Metamorfosi
La lettura della Metamorfosi di Kafka ha anche una funzione “catartica”: permette di mettere in luce quella empatia verso gli ultimi.
Gregor Samsa, dopo la sua trasformazione, non pretende di tornare a essere come gli altri, né tantomeno di omologarsi agli altri componenti della sua famiglia. Egli chiede di essere accettato per quello che è, nella sua diversità.
Kafka ci dice che l’unico modo per comprendere davvero questa diversità è calarci al suo interno provando ad attivare la nostra empatia.
Leggendo la Metamorfosi sentiamo, infatti, la sofferenza di chi vive in prima persona il dramma dell’emencipazione, comprendiamo il dolore che prova l’emarginato per l’esclusione, spesso dettata dalla superficialità di chi vede nel “diverso” un problema da risolvere.
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