La memoria, cos’è?
Nel libro “Un altro giro di giostra” di Terzani, troviamo questa definizione.
La memoria, spesso ce lo dimentichiamo, ci fa strani scherzi. Si ricorda e si dimentica quello che vuole. E lo fa apparentemente senza alcuna ragione: almeno non chiara a noi che spesso crediamo di essere la memoria, o che quella ci appartenga, o che almeno ne siamo i controllori.
I vecchi si arrabbiano, a volte si disperano, quando non ricordano il nome di una persona o la parola giusta per un oggetto e prendono questo come un segno del loro decadere, un segno di qualcosa che improvvisamente non va più.
Ma, a pensarci bene, è sempre così: fin da piccoli la memoria si fa i fatti suoi, mettendo da parte ciò che le pare e tirandolo fuori, magari distorto e manipolato, quando noi, per una ragione o un’altra, andiamo a frugare nei suoi recessi.
Prendendo spunto da questa definizione cerchiamo di vedere come alcuni grandi filosofi intendono la memoria.
Platone definisce la memoria come conservazione della sensazione oppure come capacità che ha l’anima “in sé stessa, da sé, senza il corpo di recuperare quelle affezioni che un tempo ha provato insieme col corpo”. Per Platone è dunque la reminiscenza la fonte di ogni sapere.
Aristotele rifiuta la tesi della reminiscenza delle idee, e definisce la memoria un’immagine mnemonica di natura sensibile. Per confermare la sua tesi, differenzia la memoria dalla reminiscenza.
Con la memoria tornano spontaneamente alla mente le cose del passato, con la reminiscenza cerchiamo di ricordare coscientemente un pezzo che era stato dimenticato. Quindi, la reminiscenza ha un aspetto di consapevolezza che nella memoria è in qualche modo assente.
Sant’Agostino afferma che la memoria è presente tutt’intera fin dalla nascita e non abbiamo bisogno di esperienze per acquisire i ricordi: “Ma quando è la memoria a perdere qualcosa, come avviene allorché dimentichiamo e cerchiamo di ricordare, dove mai cerchiamo, se non nella stessa memoria? Ed è lì che, se per caso ci si presenta una cosa diversa, la respingiamo, finché capita quella che cerchiamo. E quando capita, diciamo: «È questa», né diremmo così senza riconoscerla, né la riconosceremmo senza ricordarla”.
E per te cos’è la memoria, scrivilo nei commenti a questo post!
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