Immanuel Kant – Sintesi Estrema

Il problema filosofico centrale di Immanuel Kant, un importante esponente dell’illuminismo tedesco, consiste nell’identificare i fini supremi della ragione per formare un sistema completo di conoscenza e cultura. Grazie al suo impegno speculativo, Kant è diventato un punto di riferimento fondamentale per la filosofia successiva, dimostrando il valore della filosofia nell’elaborazione e nell’interpretazione dell’esperienza.

Immanuel kant in sintesi

Il periodo a Königsberg

All’università Immanuel Kant (Königsberg 1724-1804) studia filosofia, fisica e matematica. È stato un precettore privato, poi libero docente e dal 1770 diventò professore ordinario di logica e ontologia. Ha vissuto in un ambiente intellettuale diversificato e ricco di contrasti. A Königsberg, c’era ancora una presenza di rappresentanti dell’aristotelismo, si affrontavano ancora le sfide del cartesianismo e si cominciavano a sentire gli influssi dell’empirismo inglese, oltre al pensiero di Leibniz che stava prendendo piede.

Il periodo precritico

Nella sua fase iniziale (1746-1759), Immanuel Kant dimostra interesse per le scienze e la filosofia naturale, cercando di spiegare i fenomeni senza ricorrere a ipotesi puramente speculative. Nel suo lavoro “Storia naturale universale” (1755), influenzato da Newton, utilizza le forze di attrazione e repulsione per sviluppare una teoria meccanicistica sull’origine dell’universo, evitando spiegazioni di natura teologica per i fenomeni naturali. Nei suoi scritti del secondo periodo precritico (1762-1768), emerge la necessità di una filosofia più rigorosa e comincia a delinearsi la formazione della filosofia trascendentale. Nel suo lavoro “Ricerca sull’evidenza dei principi della teologia naturale e della morale” (1762), Kant si propone di cercare un metodo filosofico rigoroso per raggiungere una certezza metafisica comparabile a quella della fisica e della matematica. Egli critica la metafisica tradizionale, opponendole una concezione di metafisica come “scienza dei limiti della ragione umana”.

La Critica della Ragion Pura di Kant

Nella Critica della ragion pura (1781), Kant si propone di valutare la ragione umana, analizzando rigorosamente la sua capacità di conoscenza indipendentemente dall’esperienza. Egli distingue tra conoscenza “a posteriori”, derivata dall’esperienza, e conoscenza “a priori”, indipendente dall’esperienza, che è universale e necessaria. Kant cerca di spiegare come siano possibili giudizi sintetici a priori, necessari per la scienza. La conoscenza scientifica implica una “sintesi a priori” che combina le impressioni sensibili (materia) con l’ordine e l’unità conferiti dalle nostre facoltà (forma). L’oggetto dell’esperienza è una sintesi tra sensibilità e elementi a priori, chiamato “fenomeno”. La Critica della ragion pura si focalizza sugli elementi trascendentali della conoscenza, ossia sul nostro modo di conoscere gli oggetti. L’estetica trascendentale esamina le forme pure della sensibilità come spazio e tempo, che condizionano l’apparizione delle cose. La logica trascendentale tratta invece dei concetti puri dell’intelletto, chiamati categorie. L’uso delle categorie richiede la “deduzione trascendentale” per applicarle agli oggetti dell’esperienza. La dialettica trascendentale dimostra che i giudizi sintetici a priori valgono solo per i fenomeni e non possono essere applicati alle cose in sé. Le idee dell’anima, del mondo e di Dio hanno solo una funzione regolativa per la ragione e non possono essere conosciute oltre l’esperienza sensibile. Quindi, secondo Kant, la metafisica come scienza è impossibile.

La Critica della Ragion Pratica di Immanuel Kant

Nella Critica della ragion pratica del 1788, si affronta l’indagine sulle condizioni della morale. Vi è una legge morale presente nell’essere umano (denominata “fatto della ragione”) che comanda in modo categorico e incondizionato. Questa legge del dovere si configura come una norma che prescrive l’obbedienza alla ragione e, a differenza della “massima” (la regola di condotta individuale), deve essere universale, un principio oggettivo valido per tutti. Il suo fine è il rispetto della persona umana e sottolinea l’indipendenza della volontà e l’autonomia della ragione. L’obbligo per l’obbligo stesso si dirige verso quell’ordine morale chiamato “regno dei fini”, in cui il valore di un’azione dipende dalla conformità della volontà alla prescrizione della legge morale. I postulati di questa legge sono la libertà (poiché senza libertà non esisterebbe la moralità), l’immortalità dell’anima (poiché nel nostro mondo non si raggiunge mai la piena conformità tra volontà e legge, che rende meritevoli del sommo bene) e l’esistenza di Dio (che fa corrispondere la felicità al merito acquisito). Pertanto, le idee della ragione (anima e Dio), che erano solo concettualizzabili nella Critica della ragion pura, diventano ora “postulati” della moralità.

La Critica del Giudizio di Immanuel Kant

Il mondo fenomenico, soggetto alla scienza, e il regno dei fini, che è libero dal determinismo, sono diversi ma devono essere collegati in qualche modo affinché la libertà si manifesti. Nella Critica del giudizio (1790), Kant afferma che il giudizio deve individuare questa relazione tra il regno dei fini e il mondo fenomenico in due modi: come “giudizio determinante” o come “giudizio riflettente”. Il giudizio determinante si applica al campo della conoscenza e della moralità, dove si utilizzano norme universali per “determinare” il particolare, ossia per classificare un fenomeno scientifico o un’azione morale sotto le categorie intellettuali o sotto la legge morale (ad esempio: l’acqua si trasforma in ghiaccio a causa del freddo; questa azione è morale). Quello riflettente, invece, cerca di trovare un principio unitario dietro la molteplicità empirica, ovvero la finalità della natura, riflettendo su se stesso e sulla necessità di un’unità. Il giudizio riflettente può essere estetico, riguardante la bellezza, o teleologico, riguardante gli scopi della natura. Entrambi si basano sulla finalità, su un rapporto armonico e reciproco tra le parti, e non sono di natura conoscitiva.

Conclusione

Questa sintesi risponde alle seguenti domande sul pensiero di Kant:

1. Qual è il principale problema della Critica della ragion pura?
2. Di che cosa si occupa l’estetica trascendentale?
3. Che cosa studia la logica trascendentale?
4. Che cos’è la legge morale?
5. Qual è lo scopo dell’attività del giudizio?

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